MODEM, RSI, Edizione del 2.10.2019 – Da giorni ormai il Credit Suisse è al centro di un’intricata spy story. Tutto ruota attorno ad un ex alto dirigente, Iqbal Khan, passato improvvisamente ad inizio luglio all’UBS, alla concorrenza insomma. Il CS non l’ha presa bene e ha deciso di far pedinare Khan per le vie di Zurigo. E questo “per proteggere gli interessi della banca” stando alla versione ufficiale: si trattava insomma di capire se l’ex dirigente avesse intenzione di sottrarre collaboratori o clienti al suo ex datore di lavoro. La domanda centrale è: chi ha ordinato di spiare l’ex impiegato? Chi sapeva? Stando a un rapporto pubblicato oggi, basato su una inchiesta commissionata dal consiglio di amministrazione di Credit Suisse allo studio legale Homburger, il CEO di Credit Suisse Tidjane Thiam non ne sapeva nulla. Il numero uno della banca dunque per ora esce indenne. A pagare sono infatti due altri dirigenti: il capo operativo e il responsabile della sicurezza, che lasciano la banca con effetto immediato.
Sarà finita qui? O il giallo che sta mettendo pressione sul Credit suisse riserverà altre sorprese? Lo vedremo nei prossimi giorni. Certo è che già ora molti analisti non sembrano soddisfatti dalla comunicazione della banca. Davvero è credibile che Thiam non sapesse nulla? E al di là del caso specifico: cosa ci dice questa spy story del clima di estrema concorrenza che caratterizza ormai il settore finanziario (svizzero e non solo)?
Ospiti:
Carlo Lombardini, avvocato e professore di diritto bancario all’Università di Losanna
Alberto Petruzzella, presidente Associazione Bancaria Ticinese
Haig Simonian, ex corrispondente del Financial Times