
È iniziato lunedì ma è subito stato aggiornato il processo dell’ex primo ministro malese Najib Razak, accusato di appropriazione indebita nell’ambito dello scandalo finanziario del fondo sovrano malese 1MDB. Uno scandalo che riguarda anche altri paesi come gli Stati Uniti, la Francia e la Svizzera ed in particolare il Ticino. In effetti Hanspeter Brunner, ex direttore di BSI Asia, è tuttora indagato per il caso del fondo malese che è costato la licenza bancaria e quindi ha determinato la scomparsa della stessa BSI nel 2017.
Sul fronte delle ricorrenze quasi 10 anni orsono UBS decideva di fornire al governo statunitense i nominativi di 4’450 correntisti americani, sospettati di essersi sottratti al fisco USA. Una procedura inedita attuata nel quadro dell’accordo extra-giudiziale sul contrasto all’evasione fiscale e alla frode firmato da Washington e Berna. Molti osservatori videro in quella decisione l’inizio della fine del segreto bancario svizzero.
Le conseguenze dei due avvenimenti citati hanno segnato la piazza bancaria svizzera ed in particolare quella ticinese; lo scambio automatico di informazioni, la digitalizzazione, il mancato accesso al mercato italiano, sono temi ancora sul tavolo in un settore che ha registrato la perdita di un terzo dei posti di lavoro nell’ultimo decennio.
Per parlarne a Modem intervengono:
- Natalia Ferrara, responsabile regionale dell’ASIB (Associazione svizzera degli impiegati di banca);
- Cristina Maderni, presidente della Federazione ticinese delle associazioni di fiduciari;
- Luca Pedrotti, direttore regionale di UBS Ticino;
- Alberto Petruzzella, presidente dell’ABT (Associazione bancaria ticinese).
Rete Uno – Modem (13 febbraio 2019)