
Corriere del Ticino, 3 maggio 2019
«Il progetto AVS-Riforma fiscale abolisce gli statuti fiscali speciali per le imprese internazionali e rafforza l’AVS. Per queste due ragioni la votazione del 19 maggio è di prioritaria importanza non solo per il sistema bancario, bensì per l’intera economia svizzera». È quanto sostiene l’Associazione bancaria ticinese che invita i cittadini a votare a favore del progetto ritenuto fondamentale per «mantenere un’economia solida e un sistema pensionistico sostenibile». L’associazione in particolare guarda anche oltre i confini nazionali: «I regimi fiscali privilegiati per le aziende internazionali che realizzano utili all’estero implicano una disparità di trattamento tra imprese che non è più ammessa a livello europeo e va pertanto abolita. In caso di bocciatura del progetto alle urne, le conseguenze a livello di posti di lavoro, ricchezza e capacità di innovazione sarebbero importanti». Per poi specificare: « Dalla multinazionale alle piccole e medie imprese svizzere, dalla piazza finanziaria alla bottega di paese: tutte queste realtà commerciali devono operare in un contesto dinamico, equo e con una pressione fiscale sostenibile. Altrimenti rischiano di chiudere o, nel caso di aziende straniere, di lasciare la Svizzera». Per rimanere attrattivi la riforma secondo l’ABT propone di «introdurre delle agevolazioni a quelle società che si occupano di ricerca e sviluppo. Inoltre, il progetto in votazione permette ai Cantoni, lasciando loro totale libertà, di alleggerire il tasso d’imposizione sugli utili. In Ticino, visto il grande numero di aziende internazionali e l’importante ruolo che ricoprono (specialmente in ambito di innovazione), sarà necessaria in seguito una riforma fiscale che permetta di abbassare le imposte sull’utile per tutte le aziende». Va inoltre ricordato che la riforma è legato al progetto AVS. A questo proposito l’associazione osserva come «al ritmo attuale, la Confederazione si aspetta che queste riserve si esauriscano entro dieci anni circa. Senza un intervento deciso si rischia quindi di ritrovarsi in una situazione complicata, con un debito che aumenterebbe anno dopo anno in modo allarmante». Per poi sottolineare: «Votando sì il 19 maggio si sceglie di consolidare l’AVS grazie a entrate annuali supplementari di 2 miliardi di franchi, 800 milioni dei quali saranno versati dalla Confederazione. L’importo residuo sarà a carico delle imprese e degli assicurati: i contributi dell’AVS saranno infatti leggermente aumentati per la prima volta da 40 anni a questa parte. L’aliquota di contribuzione sarà aumentata di 0,15 punti percentuali per i datori di lavoro e per i lavoratori. Secondo la Confederazione, questo coprirà oltre la metà del fabbisogno supplementare dell’AVS entro il 2030. Questa riforma non risolve completamente i problemi dell’AVS ma pone delle basi solide per futuri (e necessari) interventi strutturali per stabilizzare la situazione previdenziale».